venerdì 28 maggio 2010

La Stevia: il dolcificante naturale per eccellenza, ma per l' Europa è ancora così amara

E' possibile sfornare torte che possano essere mangiate anche dai diabetici e dagli obesi? E' possibile far andare d'accordo il dolce con la dieta sana? E' possibile, insomma, trovare un dolcificante naturale che possa sostituire lo zucchero?
Di sostitutivi dello zucchero ce ne sono e vengono usati dall'industria alimentare per creare i cosiddetti "prodotti light". L'aspartame è uno di questi, ma poi si scopre che è collegato con l'insorgenza di tumori al cervello, oltre che ha una comprovata neurotossicità ed è la causa di "92 sintomi" allarmanti, come cecità, problemi neurologici (parkinson, alzhaimer) e vascolari, paralisi, come confermato anche dalla FDA (Food and Drug Administration). (clicca sul titolo per continuare)

Quindi? Non c'è scampo? O deliziamo il palato con buona pace della nostra salute o ci rassegniamo ad una alimentazione sana e amara!
In realtà esiste una terza alternativa migliore delle prime due e ce la fornisce come al solito la Natura: la Stevia. Cos'è?
La Stevia è una piccola pianta arbustiva,  nativa delle montagne fra Paraguay e Brasile. Poco resistente al gelo, con fiori  molto piccoli e numerosi, di colore biancastro. Bisogna esporla al sole o anche in posizione semiombreggiata.
In caso di clima freddo può essere protetta mediante pacciamature, permettendo la sopravvivenza della parte basale che rivegeterà a primavera.

Questa pianta ha una straordinaria capacità dolcificante: nella sua forma naturale è circa 10/15 volte più dolce del normale zucchero da tavola.
Nella sua forma più comune di polvere bianca, estratta dalle foglie della pianta, arriva ad essere dalle 70 alle 400 volte più dolce dello zucchero, pertanto è il dolcificante naturale più potente.
Una sola fogliolina fresca sprigiona al palato, dopo qualche istante, una fortissima sensazione dolce, e resta alla fine un lieve retrogusto di liquirizia.

Oltre ad essere un' alternativa naturale allo zucchero,  la Stevia ha molti altri effetti benefici per la salute che ne fanno un dolcificante ideale per chiunque abbia problemi di glicemia perché al contrario degli zuccheri raffinati, non causa bruschi aumenti di glicemia.
Grazie alla sua azione di regolazione sul pancreas, la Stevia favorisce anche una corretta digestione e regola l’appetito. L’uso regolare di questa erba medicinale può essere di aiuto per  ridurre il senso di fame ed il desiderio di dolci o cibi grassi. Inoltre,  la Stevia ha un effetto  anti fungicida e può essere utilizzata per combattere  le infezioni fungicide locali come il piede dell’atleta. E’ ideale per chi soffre di candida, poiché non alimenta lieviti o altri microrganismi. Ha anche proprietà antibiotiche e per questo si è dimostrata efficace nella prevenzione dei disturbi provocati da batteri presenti nel cavo orale, specificatamente carie e disturbi gengivali.

Eppure questa pianta in Europa e negli Stati Uniti è illegale, o meglio,  illegale è il suo uso alimentare.
La Commissione europea con la Decisione n. 196 del 22/02/2000 ha stabilito sulla base di una ricerca belga che "Non essendo stato dimostrato che soddisfa i criteri di cui all'articolo 3, paragrafo 1, del regolamento, il prodotto non può essere immesso sul mercato della Comunità". Il regolamento in questione è il n. 258/97 al cui art 3, paragrafo 1, testualmente si dice che:
I prodotti o ingredienti alimentari oggetto del presente regolamento non devono:
- presentare rischi per il consumatore;
- indurre in errore il consumatore;
- differire dagli altri prodotti o ingredienti alimentari alla cui sostituzione essi sono destinati, al punto che il loro consumo normale possa comportare svantaggi per il consumatore sotto il profilo nutrizionale.

La stevia non rientra in nessuno dei casi descritti. Aldilà di ciò che dicono "le competenti autorità belghe", sono stati condotti numerosi test in varie parti del mondo e hanno sempre dato risultati negativi. Il primo fu condotto nel 1931 dal dott. Pomaret e dai suoi collaboratori in Sud America che osservarono che la stevioside (insieme alla rebaudioside costituiscono i principi attivi della pianta) passa attraverso l’apparato digerente dell’uomo senza subire alcuna alterazione da parte dei processi digestivi. Il che significa che esce dall’organismo tale e quale a come era entrata.
Altri test furono effettuati in Giappone commissionati dal Ministero della Salute e anche in questo caso non riuscirono a trovare alcuna forma di tossicità. In particolare da menzionare il test tossicologico  eseguito nel 1985 da Yamada. che somministrò stevioside e rebaudoside a ratti per due anni con un dosaggio pari allo 0,3 - 1,0 % della loro dieta. Alla fine gli animali furono sacrificati e furono condotti test biochimici, anatomici, patologici e carcinogenetici su 41 organi.
Furono anche eseguiti esami di sangue e urine.
Ogni animale fu paragonato ad un altro suo simile che subì esattamente lo stesso trattamento, tranne che per la stevia.
Alla fine, sintomi ed alterazioni notate dallo staff di ricerca non differivano minimamente da un gruppo all’altro; non furono notati effetti dose-dipendenti, nemmeno nei soggetti che ricevettero la dose più alta (1,0 %), che è pari a 125 volte la normale dose media giornaliera.

L'unico problema riscontrato nei test condotti sui topi è che durante il passaggio nell'intestino cieco la microflora intestinale faceva degradare la stevioside a steviolo, una sostanza dannosa per l'uomo. Ma tutti i ricercatori erano concordi nell'affermare che ciò costituisse un problema solo teorico, principalmente per due ragioni: la prima, gli umani a differenza dei ratti non hanno un intestino cieco, e quindi non c'è un luogo fisico dove è possibile creare il processo di conversione della stevioside; la seconda è che non c’è alcun buon motivo per ritenere che la microflora dell’intestino umano sia paragonabile a quella dell’intestino di ratto. Del resto non è mai stato riscontrato un solo caso di avvelenamento da steviolo in Paraguay, dove la stevia viene usata da 1500 anni e in Giappone utilizzata da più di 10 anni in modo diffuso ed in notevoli quantità.
Inoltre, tanto per fare un esempio, anche lo zucchero causa il diabete eppure nessuno si è sognato mai di vietarlo.

Allora perché è stata vietata? Non lo so! Ma senza avanzare la solita teoria del complotto, voglio azzardare alcune ipotesi:
- Forse perché come pianta spontanea non è brevettabile, e quindi di per sé non è sfruttabile?
- Forse perché se si diffondesse nell'uso domestico al posto dello zucchero raffinato, le potentissime industrie e coltivazioni collegate (coltivazioni di barbabietole e di canna da zucchero, raffinerie, trasporti, ecc.) ne sarebbero tremendamente colpite?
- Forse perché se si diffondesse come dolcificante la lobby chimico-farmaceutica dovrebbe dire addio ai suoi preziosissimi (e quasi tutti dannosi) dolcificanti di sintesi?
Chissà!
Questo è uno dei siti dove è possibile trovare la pianta: www.importesperia.com/index.htm

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