martedì 29 giugno 2010

Gli assassini del mare

Cattiva depurazione, inquinamento e cemento abusivo sono i mali endemici del mare italiano, che niente e nessuno sembra poter scalfire. Persistenti sacche d'illegalità a danno delle coste e dell'ecosistema marino, sulle quali, come ogni anno, Legambiente fa il punto nel suo rapporto Mare Monstrum. L'edizione 2010 del dossier è stata presentata a Venezia, in occasione della partenza della Goletta Verde, la storica campagna di monitoraggio delle acque marine dell'associazione ambientalista. L'abusivismo edilizio cresce del 7,6% rispetto all'anno precedente e l'inquinamento derivante da scarichi fognari illegali, cattiva depurazione e inquinamento da idrocarburi addirittura del 45%. I sequestri aumentano del 46,2% passando dai 4.049 del 2008 ai 5.920 del 2009. Calano invece del 40% circa i reati accertati fra la costa e il mare, 8.937 infrazioni nel 2009 a fronte delle 14.544 del 2008, un calo determinato soprattutto dalla riduzione di reati accertati nel campo della pesca (-72,4%) e della nautica da diporto (- 76,6%). 

domenica 20 giugno 2010

Insieme per Camigliano (CE)

Spero di non violare alcun diritto. Ma voglio pubblicare integralmente un articolo tratto da terranauta.it che mi ha molto colpito, come spero colpirà chi si troverà a leggerlo. L'articolo riporta un commento di Marco Boschini, coordinatore dell'Associazione dei Comuni Virtuosi, sulla decisione del Prefetto di Caserta di sciogliere il Comune di Camigliano.
Anche se questo blog si occupa e si vuole occupare solo di argomenti che riguardano la natura, evitando di trattare beghe politiche, voglio pubblicarlo perché i Comuni virtuosi sono virtuosi anche per le loro scelte a tutela dell'ambiente e perché quante più persone possibili vengano a conoscenza di un fatto che non ha trovato la giusta attenzione dai nostri mezzi di comunicazione, cui rimane oggi la sola triste scelta tra essere pilotati o imbavagliati.

"Quello stesso Stato che non è riuscito a sciogliere il Comune di Fondi è arrivato a sciogliere il Comune di Camigliano. Ora, cosa siete disposti a fare? Come potete pensare che questo sia ancora uno stato democratico? Come POSSIAMO ancora tacere? Il silenzio è fango".Con queste parole di un nostro collaboratore abbiamo scoperto che una roccaforte della nostra civiltà era stata colpita. Riportiamo quindi, con enorme amarezza, il commento di Marco Boschini.

“Io so e ho le prove”, scrive Saviano nel passo più forte del libro “Gomorra”.
“Io so. Le prove non sono nascoste in nessuna pen-drive celata in buche sotto terra... né possiedo documenti ciclostilati dei servizi segreti. Le prove sono inconfutabili perché parziali, riprese con le iridi, raccontate con le parole e temprate con le emozioni rimbalzate su ferri e legni”.
“Io so”, dice Saviano. Ma quanti di noi sanno? Quanti di noi hanno ripreso con le iridi lo schifo che ci circonda, ma preferiamo optare per il silenzio? E allora mi viene il forte dubbio che, forse, Gomorra, la Camorra, il Sistema... siamo anche noi.


Perché il sistema è costituito da due elementi essenziali: il sopruso e il silenzio, che compongono un entità indivisibile. Noi siamo il Silenzio, cioè un elemento imprescindibile del Sistema. Il Sistema non è costituito solo dal narco-traffico, dagli appalti truccati, dalla politica corrotta, dai rifiuti tossici che vengono seminati accanto ai cavolfiori che mangiamo a tavola...
Ogni angolo della nostra società è composto per metà da monnezza e per l’altra metà da gente muta come pesci morti da diversi giorni e che, di conseguenza, emanano un puzzo ancora peggiore. Ciascuno di questi angoli è semplicemente diviso da una bisettrice invisibile, che solo idealmente separa il male dal peggio.
Certo, sopportare è cosa diversa da imporre, ma forse se tutti insieme decidessero di non sopportare più... più nessuno potrebbe imporre alcunché.

Il fango che tiene tutti al palo da Caserta in giù (e in su...) ha travolto questa mattina il Comune di Camigliano, che in quella stessa provincia descritta dalle parole amare e cristalline di Saviano era riuscito a dimostrare, proprio lì e proprio adesso, come sia possibile amministrare con onestà, spirito di servizio e trasparenza un ente locale.
Vincenzo Cenname, fino ad oggi sindaco del paese di 1.800 abitanti, aveva interpretato il proprio ruolo di amministratore come facciamo noi dei Comuni Virtuosi e, senza tante storie o parole o proclami, si era messo a governare il territorio avendo a cuore il territorio stesso e i cittadini che lo abitano.
Una cava abusiva bloccata come primo atto dall’insediamento, 65% di raccolta differenziata, risparmio energetico negli edifici e nelle strade pubbliche, buone pratiche, progetti culturali e incentivi per i nuovi stili di vita.

Questo è stato Camigliano fino a questa mattina, quando il Prefetto di Caserta, e quindi lo Stato, ha deciso che nella provincia con la più alta densità di istituzioni colluse con il sistema camorristico, fosse giunto il momento di sciogliere il consiglio comunale e mandare a casa il sindaco più virtuoso dell’intera Campania...
In questo momento, caro Presidente Napolitano, mi sento profondamente preso in giro, amareggiato, e provo una gran vergogna, nel mio piccolo, ad essere parte integrante di quello stesso Stato che si permette di compiere una nefandezza del genere...
Il Suo silenzio è assordante, il suo silenzio è fango, è parte di quel Sistema di cui mi sento di non far più parte.
Marco Boschini, Coordinatore Associazione Comuni Virtuosi

PER CHI NON FOSSE A CONOSCENZA DI QUESTA VICENDA, DI SEGUITO I LINK CHE LA RACCONTANO:

Giù le mani da Camigliano (CE)
Obiezione di coscienza a Camigliano
Io sto con Camigliano (CE)
Illustrissimo Presidente Giorgio Napolitano
 
fonte: www.terranauta.it

venerdì 11 giugno 2010

Impariamo a scegliere le uova giuste!

Avete mai provato ad acquistare uova al supermercato? C'è da impazzire! Uova biologiche, da allevamento a terra o all'aperto. Ma che differenza c'è? E, soprattuto, quale è meglio comprare?
Cerchiamo di fare un po' di chiarezza!
Le uova possono provenire da galline allevate in batteria. In questo caso le galline vivono chiuse in gabbie piccolissime, quanto una scatola di scarpe, senza mai potersi muovere per tutta la durata della loro vita, dentro capannoni illuminati notte e giorno per indurle a fare più uova e far crescere più in fretta i pulcini.  Le galline sottoposte a questo tipo di stress sviluppano delle tossine che poi ritroviamo nelle uova che andremo a consumare. Questo tipo di allevamento fortunatamente verrà abolito in Europa dal 2012.

Poi abbiamo metodi di allevamento più sani e sono di tre tipi. Ci sono galline allevate a terra dentro capannoni con sette animali per metro quadrato, si sta già un po' più larghi; galline allevate all'aperto, dove le galline non vinono più in capannoni ma all'aperto in 4 metri quadrati a disposizione, anche se vengono fatte razzolare solo 2 ore al giorno; infine ci sono le uova biologiche, ossia galline che vivono all'aperto sul terreno e con almeno 10 metri quadrati per ogni gallina.

Ma come si fa a capire se un uovo appartiene a questa o quell'altra categoria? Dovrebbe essere scritto sulla confezione, mi verrebbe da dire, ma se la confezione è poco chiara o l'azienda produttrice fa la "furba" le uova confezionate dal 01 gennaio 2004 devono riportare un codice alfanumerico, assegnato ad ogni allevamento dall’azienda sanitaria locale al fine di garantire la tracciabilità delle uova in Italia e in Europa.
Il codice è composto da 11 caratteri, come per esempio: 3 IT 001 BO 011, ed è composto da:
Un numero che indica il metodo di allevamento (0 per allevamento biologico, 1 per allevamento all’aperto, 2 per allevamento a terra, 3 per allevamento in gabbie);
Il codice dello Stato ("IT" per Italia);
Il codice ISTAT del comune ove è ubicato l’allevamento (composto da 3 cifre, 001 nell'esempio);
La sigla della provincia (BO);
Un numero progressivo di tre cifre che consente di identificare in modo univoco l’allevamento (011 nell'esempio).

Dunque pare che la scelta da preferire debba ricadere sulle uova biologiche, codice 0, che garantiscono una maggiore sicurezza contro le frodi, grazie ai maggiori controlli, oltre che ai vantaggi per la nostra salute. Purtroppo il costo delle uova biologiche è molto elevato, ingiustamente, poiché spesso il rincaro del distributore finale, di solito il supermercato, è sproporzionato.

L'ideale sarebbe riuscire a trovare un piccolo produttore artigianale, il contadino, cui approvvigionarsi, e scegliere sempre uova biologiche o, se non ce lo possiamo permettere, uova di galline allevate all'aperto.

Secondo quanto si deduce da un' intervista rilasciata a ADN Kronos da Ronerto Bennati, vicepresidente della Lav, pare che sulle uova i consumatori siano stati molto attenti e scrupolosi in questi ultimi anni, al punto che molte aziende e catene di distribuzione hanno scelto di contribuire a migliorare le condizioni di vita degli animali:
Esistono alcune catene della distribuzione organizzata che hanno già uova a proprio marchio, provenienti solo da allevamenti a terra, come ad esempio Carrefour e Coop che dal marzo 2004 ha ottenuto la certificazione per le uova a marchio Coop “da allevamento a terra. Molto presto, inoltre, avremo aziende che non venderanno più uova di batteria. Sarà quindi il mercato che andrà in questa direzione”.
"Altri esempi di sensibilità - continua Bennati - arrivano dalla Calvé, da Autogrill e da Giovanni Rana. Solo per citarne alcuni. Per la maionese, infatti, la Calvé (Unilever), per prima nel mondo delle salse, ha deciso di utilizzare come ingrediente principe di questo prodotto esclusivamente uova da allevamento a terra.
Autogrill, invece, ha scelto i utilizzare nei propri menù solo uova provenienti da sistemi alternativi.
Ma anche alcuni Comuni stanno optando per questa scelta nelle proprie mense scolastiche.
"

Ho sempre creduto che le scelte sagge dei consumatori, quando vengono informati correttamente, possano orientare nel verso giusto le grandi aziende e l'economia nazionale molto di più di quanto non possano fare i nostri politici. E l'inversione di tendenza che stiamo assistendo con le uova mi sembra la dimostrazione migliore.

domenica 6 giugno 2010

Sappiamo che pesci pigliare?

Negli ultimi anni le persone vengono invitate, da vari professionisti della nutrizione, a consumare una maggior quantità di pesce, almeno tre o quattro volte alla settimana. Questo perché i pesci contengono acidi grassi omega-3 (EPA e DHA), sostanze che vengono ritenute capaci di prevenire alcune malattie degenerative.

D'altra parte attualmente tutte le "zone di pesca" del mondo sono state devastate dalla pesca selvaggia, e tutti gli esperti del settore concordano nell'affermare che con l'attuale ritmo del consumo di pesce molte specie rischiano l'estinzione per cui per salvaguardarle ne andrebbe consumato molto meno.

Senza contare le correnti vegane che mettono in dubbio la stessa attendibilità degli studi che dimostrano l'utilità dell'olio di pesce per la prevenzione delle malattie coronariche. Secondo un articolo pubblicato nel marzo 2009 sulla rivista scientifica Canadian Medical Association Journal "gli studi compiuti su ampi gruppi di persone hanno evidenziato un effetto positivo del consumo di olio di pesce, ma, d'altro canto - fanno notare i ricercatori - questo è poco significativo, perché le persone in esame avevano uno stile di vita più sano rispetto alla media: facevano più esercizio fisico, fumavano meno, avevano in generale una dieta migliore. In conclusione, nel migliore dei casi l'olio di pesce è solo un fattore - probabile e non certo - in mezzo a tanti altri che possono ridurre il rischio di essere colpiti da malattia coronarica. Infatti, i gruppi di persone che conducono una vita sana e che non consumano pesce - come i vegetariani - non hanno un maggior rischio di malattie cardiovascolari (tutt'altro)"

Quindi? A chi dobbiamo dar retta? Quanto pesce dobbiamo mangiare per essere a posto con la salute nostra e del pianeta?

Capisco benissimo il vostro stato confusionale al sentire e leggere notizie così contrastanti e al tempo stesso preoccupanti, anch'io sono nella vostra stessa situazione quando devo fare la spesa e devo decidermi se comprare o no del pesce.

Finalmente pare che una grossa mano ce l'abbia data Slow Food che ci ha fornito un'utilissima guida con tutte le indicazioni da seguire nel momento in cui ci troviamo a comprare del pesce.

La guida riporta le regole fondamentali, le specie neglette alternative a quelle più conosciute e tutte le informazioni necessarie per far conoscere ai consumatori e agli addetti del settore i pesci che non si possono più consumare perché in via di estinzione o frutto di pratiche di pesca o allevamento non sostenibili.
Per scaricare la guida clicca qui