sabato 22 maggio 2010

Il ritiro uno contro uno dei RAEE

Ora che il digitale terrestre sta imponendosi su tutto il territorio nazionale e chi vorrà vedere la TV sarà costretto a comprarne una nuova, che fine faranno tutte le vecchie e ormai obsolete televisioni? Verranno buttate! Ma come? E adesso che ci penso, che fine fanno in genere gli elettrodomestici che vogliamo dismettere?

Nel 2008 è entrato in vigore il decreto legge 151/2005 che ha recepito, con molta calma, una direttiva europea risalente al 2003. In base a questo decreto I consumatori, che prima di allora erano obbligati a portare i propri RAEE (Rifiuti di apparecchi elettrici ed elettronici) presso le eco-piazzole comunali, possono lasciare il rifiuto ai distributori, nel caso di nuovo acquisto, con un costo aggiuntivo che varia prevalentemente in base al peso, costo che i produttori scelgono se inglobare nel prezzo finale o renderlo separato.

Grazie a questo sistema nel 2009, sono state raccolti oltre 193mila tonnellate di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. In media, si raccolgono 3,21 chili per abitante, anche se è ancora forte il divario territoriale, che penalizza, come sempre, il Sud: in Trentino-Alto Adige, per esempio, si totalizza 6,43 kg per abitante di rifiuti raccolti, contro l'1,93 kg della Campania, l'1,88 kg della Calabria, e addirittura, lo 0,82 kg della Sicilia.

Dal 18 giugno, invece, quando compreremo un computer, frigo, lavatrice o un ferro da stiro possiamo pretendere dal rivenditore il ritiro gratuito dell'usato da buttare. In tale data, infatti, entrerà in vigore il Decreto Ministeriale 08 marzo 2010 n° 65 recante “modalità semplificate di gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) da parte dei distributori e degli installatori di apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE), nonché dei gestori dei centri di assistenza tecnica di tali apparecchiature”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 04 maggio 2010.
L'obbligo di ritiro Raee è valido anche per gli acquisti online o per corrispondenza.
 Esempi di RAEE:
 •  Grandi elettrodomestici
 •  Piccoli elettrodomestici
 •  Apparecchiature informatiche e per telecomunicazioni
 •  Apparecchiature di consumo
 •  Apparecchiature di illuminazione
 •  Strumenti elettrici ed elettronici (ad eccezione degli utensili industriali fissi di grandi dimensioni)
 •  Giocattoli e apparecchiature per lo sport e per il tempo libero
 •  Dispositivi medici (ad eccezione di tutti i prodotti impiantati ed infetti)
 •  Strumenti di monitoraggio e controllo
 •  Distributori automatici

I RAEE possono contenere sostanze quali metalli pesanti, ritardanti di fiamma bromurati, sostanze alogenate, sostanze lesive per l’ozono. Molte di queste sostanze rappresentano un potenziale pericolo per l’ambiente se non vengono trattate o smaltite in modo adeguato.

Con la nuova normativa i distributori sono tenuti ad informare i consumatori sulla gratuità del ritiro in modo chiaro e di immediata percezione, avvalendosi anche di avvisi ben leggibili situati nei punti vendita. I distributori hanno inoltre l'obbligo di tenere uno apposito registro numerato progressivamente che deve essere conservato per tre anni dalla data dell'ultima registrazione. Questo al fine di lasciare traccia del percorso del Raee dismesso e ostacolare lo smaltimento illecito di rifiuti elettrici ed elettronici. 
Una volta riconsegnato al negozio, il rivenditore è autorizzato a raggruppare presso la propria struttura i Raee ritirati e sarà a suo carico il successivo trasporto all'isola ecologica di riferimento per il successivo riciclo. I rivenditori che non ottempereranno all'obbligo di ritiro e smaltimento di prodotti Raee sono passibili di una sanzione che varia da 150 a 400 euro per ciascun articolo non ritirato.

Non resta che attendere, dunque, per capire come verrà recepito il regolamento e come concretamente saranno rispettati gli obblighi previsti.

3 commenti:

  1. Sono un piccolo rivenditore di prodotti informatici, e sono incavolato nero.

    Giudico la norma entrata in vigore ASSURDA!!

    Il contributo RAE finisce ai produttori e non ai rivenditori.

    Ho un negozio di 32mq, dove dovrei mettere i rifiuti?? Ho già il negozio pieno, non ho mezzo aziendale, chi dovrebbe trasportarli??

    Sulla mia visura camerale non c’è scritto “RITIRO E TRASPORTO RIFIUTI”

    Lo smaltimento dovrebbe avvenire con isole ecologiche predisposte dai comuni con costi a carico dei produttori, perché dovrei pagare io rivenditore?

    Mi piacerebbe conoscere il nome delle persone che hanno avuto questa geniale idea.



    Con la crisi che c’è ci mancava questa STUPIDA norma che ci aggrava di costi, a cui mi opporrò con ogni mezzo! E spero che ci sia la rivolta dei rivenditori!

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  2. Caro “rivenditore di prodotti informatici”,
    è condivisibile la sua critica alla nuova regolamentazione del ritiro RAEE, stabilita dal decreto ministeriale 65/2010, nella parte in cui non prevede delle misure di sostegno per i distributori, che si vedono così accollare il costo del trasporto per lo smaltimento, costo che sicuramente per i piccoli rivenditori è molto più gravoso di quanto possa esserlo per la grande distribuzione organizzata. Fin qui non ci piove! Tuttavia la normativa in esame detta misure a tutela dell'ambiente e non del commercio, il che significa sostenere inevitabilmente un costo. Prendersi cura della natura significa sopportare oneri anche economici cui tutti siamo tenuti, non solo i piccoli commercianti. L'umanità ha un debito nei confronti della Natura e più ritardiamo a pagarlo più esso aumenterà, quindi si tratta solo di scegliere quando pagare. Le posso assicurare che quanto appena detto è molto meno ideologico di quanto possa sembrare.
    Detto ciò, ritengo indiscutibile, e su questo sono sicuro di trovare il suo appoggio, che sia opportuno tutelare accanto all'ambiente anche i piccoli commercianti, sempre più indifesi contro tasse e GDO, ma questo è un compito che spetta ad altri soggetti politici e non al Ministero dell'Ambiente, non trova?

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  3. il compito di tutela di qualsivoglia tipo spetta a tutti i soggetti statali,a chi di più a chi di meno.In questo caso spetta per una buona fetta anche al ministero dell'ambiente perchè questa normativa che grava in modo pesante su piccoli distibutori non fa altro che spingere i piccoli distibutori a trovare degli escamotage per alleggerire questa nuova tassa.E stia sicuro che l'escamotage che verrà messo in atto non sarà benevolo con l'ambiente che il ministero dell'ambiente con parole roboanti dice di salvaguardare.Meditate gente,meditate...

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