giovedì 29 aprile 2010

Società in Transizione

Cari amici, Cari lettori,
voglio prendere spunto dall'ennesimo disastro ambientale di questi giorni che ha colpito le acque del Golfo del Messico  a causa dell'inabissamento di una piattaforma petrolifera, per parlarvi di un movimento che rappresenta a mio avviso una delle risposte più promettenti e lungimiranti alle due sfide più dure per il nostro pianeta: il cambiamento climatico e il picco del petrolio. Ma mentre il primo è ben documentato ed ha una grande visibilità sui media, il secondo invece rimane fuori dalla conoscenza della maggior parte della popolazione. Tuttavia il Picco del petrolio, un processo geologico al quale consegue il declino della disponibilità di combustibili fossili, può inficiare in maniera assai seria quella stabilità economica e sociale che è essenziale se abbiamo intenzione di mitigare la minaccia del Cambiamento climatico.

Potreste non aver mai sentito i mezzi di informazione parlare dei principi su cui si basa la teoria del Picco del petrolio. Non lasciate che ciò vi faccia rilassare in un falso senso di sicurezza. C'è stato un momento nel quale il tema dei Cambiamenti Climatici ha sofferto della stessa mancanza di rilievo mediatico.
Il Picco del petrolio non equivale alla "fine del petrolio", poiché ne resterà sempre una parte nel sottosuolo, ma, o sarà troppo difficile da raggiungere, oppure l'estrazione risulterà eccessivamente dispendiosa in termini di energia da utilizzare a tal fine: ricordate una cosa, nel momento in cui per estrarre un barile di petrolio sarà necessario impiegare un quantitativo di energia pari ad un barile di petrolio, quello è indistintamente il momento in cui nessuna compagnia petrolifera sarà più disposta a estrarre una sola goccia di petrolio.

Inutile allarmismo? A testimonianza di quanto appena detto voglio citare un rapporto preparato per il governo degli Stati Uniti nel 2005 da un'agenzia di esperti nella gestione del rischio e dell’analisi petrolifera (Peaking of World Oil Production: Impacts, Mitigation & Risk Management. Robert L. Hirsch, SAIC) e il recente rapporto del  Pentagono americano, tramite l'American Joint Forces Command.
In entrambi i casi viene documentata la fine del petrolio di approvvigionamento facile ed economico.

Si ma che centra, direte voi, il Movimento di Transizione? Beh, amici miei, casomai non l'aveste capito e aspettavate che fosse perfino il Pentagono a dirvelo, bisogna cominciare a pensare al passaggio (transizione) dall'attuale modello ad una società che trae la sua energia da fonti sostenibili e abbandoni definitivamente il petrolio perché fra un po' sarà lui ad abbandonare noi.

Il movimento Transition Towns parte da questa necessità per prendere spunto per la ricostruzione di tutto il sistema dei rapporti tra gli uomini e tra gli uomini e il pianeta, nel quale il potere viene condiviso da tutti e non subito dall'alto di istituzioni che ingenuamente riteniamo democratiche.

Transition è un movimento culturale nato di recente in Inghilterra dalle intuizioni e dal lavoro di Rob Hopkins.
Tutto avviene quasi per caso nel 2003. In quel periodo Rob insegnava a Kinsale (Irlanda) e con i suoi studenti creò il Kinsale Energy Descent Plan un progetto strategico che indicava come la piccola città avrebbe dovuto riorganizzare la propria esistenza in un mondo in cui il petrolio non fosse stato più economico e largamente disponibile.

Voleva essere un’esercitazione scolastica, ma a Rob Hopkins venne l'intuizione di applicare a questo modello il concetto di resilienza.
Resilienza non è un termine molto conosciuto, esprime una caratteristica tipica dei sistemi naturali. La resilienza è la capacità di un certo sistema, di una certa specie, di una certa organizzazione di adattarsi ai cambiamenti, anche traumatici, che provengono dall’esterno senza degenerare, una sorta di flessibilità rispetto alle sollecitazioni.
La società industrializzata è caratterizzata da un bassissimo livello di resilienza, basta chiudere il rubinetto del carburante e la nostra intera civiltà si paralizza.
I progetti di Transizione mirano invece a creare comunità libere dalla dipendenza dal petrolio e fortemente resilienti attraverso la ripianificazione energetica e la rilocalizzazione delle risorse di base della comunità (produzione del cibo, dei beni e dei servizi fondamentali).

Tutto ciò attraverso proposte e progetti incredibilmente pratici, fattivi e basati sul buon senso. Prevedono processi governati dal basso e la costruzione di una rete sociale e solidale molto forte tra gli abitanti delle comunità.
Nascono così le Transition Towns (oramai centinaia), città e comunità che sulla spinta dei propri cittadini decidono di prendere la via della transizione.
Possediamo tutte le tecnologie e le competenze necessarie per costruire in pochi anni un mondo profondamente diverso da quello attuale, più bello e più giusto. La crisi profonda che stiamo attraversando è in realtà una grande opportunità che va colta e valorizzata e credo sinceramente amici che il movimento di Transizione sia lo strumento per farlo.
Tornerò a parlare di questo movimento per approfondire meglio le proposte e i progetti pratici del movimento.

martedì 27 aprile 2010

Chernobyl, 26 aprile 1986: the day after

Forse non tutti sanno che ieri è stato il 24° anniversario del disastro nucleare di Chernobyl. Il 26 aprile 1986, presso la centrale nucleare V.I Lenin in Ucraina, una potente esplosione provocò lo scoppio del reattore numero 4 con conseguente fuoriuscita di una nube radioattiva che in poco tempo contaminò le aree circostanti espandendosi a macchia d’olio nell’Europa orientale fino a raggiungere anche l’Italia, la Francia e la Germania. 
Alcuni numeri per rendere un po' l'idea della gravità del disastro, il più tragico della storia da quando entrò in funzione nel 1956 a Sellafield in Inghilterra la prima centrale nucleare per uso commerciale: 6 pompieri, 24 dipendenti e 31 liquidatori morti quasi subito per effetto delle radiazioni immediate e un numero difficilmente quantificabile di vittime per gli effetti a lungo termine di quelle assorbite; 10 i giorni impiegati per spegnere gli incendi, 130 mila gli abitanti dei 76 villaggi evacuati nel raggio di 30 km dalla centrale. Ma le conseguenze più gravi sono dovute all'aumento considerevole delle malattie che hanno colpito le popolazioni dell'ex area sovietica, i cui dati sono indicati in un rapporto di greenpeace redatto in occasione del 20° anniversario della sciagura.
Come giustamente rilevato da Greenpeace, una valutazione complessiva delle conseguenze sulla salute umana del disastro di Cernobyl è impossibile, pertanto la vera dimensione della mortalità e delle malattie non può essere completamente stimata. L'incertezza riguardo alla quantità totale di particelle radioattive liberate, l'irregolare distribuzione di radioattività, gli effetti dell'esposizione multipla a diversi radioisotopi, i limiti nel monitoraggio medico, nella diagnostica e nel trattamento delle malattie, rendono l'incidente del tutto unico e inapplicabili e inadeguati gli standard e i metodi conosciuti, quindi i risultati ottenuti costituiscono solo una approssimazione per difetto. 
NO! Non voglio fare del terrorismo psicologico, utilizzare la paura per convincere a dire no al nucleare. Se fosse questa la mia intenzione potrei postare uno dei tanti video che si trovano su youtube che mostrano le deformazioni dei bambini nati a ridosso di quel mai troppo lontano 26 aprile, le conseguenze sulla salute e sul fisico, ma non voglio farlo. Ne ho visti qualcuno è vi posso assicurare che sono terribili, al punto che vi sconsiglio vivamente di vederli, sono ancora scosso mentre scrivo queste righe. I danni creati dal disastro sono un fatto oggettivo, reale e nessuno può negarlo. 
Noi abbiamo il dovere verso le vittime della centrale nucleare di Chernobyl di non dimenticarle, di non ignorarle. Purtroppo non sono dello stesso avviso i nostri governanti perchè nonostante la drammatica esperienza di Chernobyl, che ricordiamo spinse gli italiani a decidere, tramite referendum, la chiusura delle quattro centrali nucleari situate sul nostro territorio, il Governo ha recentemente varato un decreto per l’individuazione dei siti in cui costruire impianti di nuova generazione. Il tragico ricordo del più grande disastro nucleare della storia non è servito a distogliere l’attenzione dei Governi dall’uso della più pericolosa, dannosa e costosa forma di energia: quella ottenuta mediante il processo di fissione nucleare.

sabato 24 aprile 2010

L'acqua non si vende!

Da oggi "migliaia di donne e uomini liberi raccoglieranno le firme per i tre referendum che dicono sì all'acqua pubblica". E' quanto si legge in una nota dal Forum dei movimenti per l'acqua e delle altre realtà promotrici dei referendum (comitato promotore su www.acquabenecomune.org) che si sono posti l'obiettivo di 50mila firme nei primi due giorni di raccolta. Ci saranno centinaia di banchetti e decine di iniziative riempiranno le piazze delle città e dei paesi. La data di inizio della raccolta firme non è casuale. Nel fine settimana dell'anniversario della Liberazione dal nazifascismo, infatti, le parole d'ordine saranno "Liberiamo l'acqua".

L’acqua dev’essere considerata bene comune e dev’essere sottratta ai processi speculativi, è estremamente pericoloso rimettere la possibilità di erogare un servizio pubblico solo se esiste la possibilità di trarre da questo guadagno. Il Governo nazionale, invece, sordo a qualsiasi proposta per avviare una gestione partecipata e pubblica dell’acqua ha inserito nel decreto Ronchi un articolo sulla “privatizzazione” dell’acqua, che spazza via qualsiasi possibilità di partecipazione e coinvolgimento delle comunità e delle amministrazioni locali nella gestione della risorsa idrica. Le nuove norme, infatti, impongono invece di dismettere entro il 31 dicembre del 2011 ogni tipo di gestione pubblica. In altre parole, il gestore del rubinetto diventa il proprietario dell’acqua.
Dando il servizio di gestione di tutti gli impianti che fanno arrivare l’acqua ai nostri rubinetti, l’obbligo di privatizzazione della gestione comporta di fatto la privatizzazione della risorsa. Dunque poco importa se la legge dice che l’acqua rimane pubblica quando la stessa legge dice che tutti i servizi idrici devono essere privatizzati.

Dal punto di vista normativo, con l’approvazione dei tre quesiti referendari l’affidamento del servizio idrico integrato, ricadrà sotto la disciplina del vigente art. 114 del Decreto Legislativo n. 267/2000.
Tale articolo prevede il ricorso alle aziende speciali o, in ogni caso, ad enti di diritto pubblico che qualificano il servizio idrico come strutturalmente e funzionalmente ‘privo di rilevanza economica’, servizio di interesse generale e privo di profitti nella sua erogazione.
Verrebbero poste le premesse migliori per l’approvazione della legge d’iniziativa popolare, già consegnata al Parlamento nel 2007 dal Forum italiano dei movimenti per l’acqua, corredata da oltre 400.000 firme di cittadini.
Per sensibilizzare ulteriormente la gente sulla questione il WWF ha lanciato la campagna LiberaFiumi 2010.
Dal Piave al Tagliamento, dall’Arno al Tevere, dal Sarno alle fiumare Calabresi, il prossimo 2 maggio un migliaio di volontari del WWF setacceranno 25 fiumi lungo l’intera penisola, grandi isole comprese. Un grande censimento che consentirà di verificare lo stato di salute delle sponde delle principali “vene blu” del nostro Paese per denunciarne il grave stato di degrado ma, soprattutto, per formulare proposte e valorizzare quanto già di sostenibile ed innovativo si sta facendo lungo i nostri corsi d’acqua ad opera di parchi, associazioni ambientaliste, cooperative per il turismo, agricoltori e amministrazioni pubbliche, per garantire tutela della biodiversità, qualità della vita, sicurezza idrogeologica e un futuro per gli ecosistemi fluviali.

La raccolta delle 500.000 firme necessarie per indire il referendum partirà sabato 24 aprile e proseguirà per tre mesi. L’elenco completo dei banchetti qui

venerdì 23 aprile 2010

La Bibbia dei Villani

Esistono Bibbie degli imperatori, splendidamente miniate, ed esistono, meno appariscenti e meno note, ma non meno preziose, Bibbie dei villani.
Sono le Bibbie dei contadini, dei piccoli mercanti e degli artigiani, insomma del popolo minuto, che la tradizione orale e scritta di ogni regione d’Italia ci ha tramandato, e che Dario Fo e Franca Rame hanno scoperto in anni di ricerche sulle tradizioni popolari, ricreato sulla scena e ora riproposto, in una versione inedita, in questo libro.

In queste Bibbie, commosse e piene di risate, Dio è gioia ma anche sofferenza, godimento e pianto, sorriso e sghignazzo: il Dio dei villani discute con gli animali e con gli umani, certe volte anche li aggredisce; l’Altissimo, essendo il padre delle sue creature, ha i loro stessi pregi e i loro stessi difetti, persino la gelosia, la paura di rimanere solo, la malinconia. E poi, altro fatto straordinario, egli non è solo maschio, ma anche femmina, cioè madre, una tradizione che viene da tempi lontani, dalla Grecia arcaica.
La Bibbia dei villani di Dario Fo segue liberamente la successione «biblica», dall’Antico al Nuovo Testamento, dalla Genesi ai Vangeli canonici e apocrifi, con prologhi che introducono i vari racconti scritti nel volgare di lingue diverse con versione italiana a fronte.
Ne viene fuori una storia di meraviglie e di storture, di miracoli e di stragi, di crudeltà e di tenerezza, di follie di potenti e onnipotenti e di saggezza popolare, dove il Signore parla attraverso l’energia e la concretezza dei villani.

giovedì 22 aprile 2010

La giornata della Terra

Il Giorno della Terra, in inglese Earth Day è il nome usato per indicare due diverse festività: una che si tiene annualmente ogni primavera nell'emisfero nord del pianeta, e un'altra in autunno nell'emisfero sud, dedicate entrambe all'ambiente e alla salvaguardia del pianeta Terra. Le Nazioni Unite celebrano questa festa ogni anno nell'equinozio di primavera, ma è un'osservanza ufficializzarla il 22 aprile di ciascun anno. La festività è riconosciuta da ben 175 nazioni e viene celebrata da quasi mezzo miliardo di persone

L'Earth Day fu celebrato a livello internazionale per la prima volta il 22 aprile 1970 per sottolineare la necessità della conservazione delle risorse naturali della Terra. Nato come movimento universitario, nel tempo, l'Earth Day è divenuto un avvenimento educativo ed informativo. I gruppi ecologisti lo utilizzano come occasione per valutare le problematiche del pianeta: l'inquinamento di aria, acqua e suolo, la distruzione degli ecosistemi, le migliaia di piante e specie animali che scompaiono, e l'esaurimento delle risorse non rinnovabili.
Si insiste in soluzioni che permettano di eliminare gli effetti negativi delle attività dell'uomo; queste soluzioni includono il riciclo dei materiali, la conservazione delle risorse naturali come il petrolio e i gas fossili, il divieto di utilizzare prodotti chimici dannosi, la cessazione della distruzione di habitat fondamentali come i boschi umidi e la protezione delle specie minacciate.

Diverse e importanti sono le iniziative previste per l'occasione del quarantennale. La prima è una petizione rivolta al Congresso degli Stati Uniti affinché introduca un disegno di legge sul clima per avviare una vera rivoluzione energetica. La seconda sarà la marcia ambientalista organizzata per il prossimo 25 aprile al National Mall, a Washington, nella quale prenderanno parte tra gli altri il reverendo Jesse Jackson e il regista James Cameron e che si concluderà con un grande concerto durante il quale si esibiranno Sting, Joss Stone, The Roots, Jimmy Cliff e altri importanti musicisti.
Anche in talia, a Roma, la giornata della difesa dell'ambiente avrà il punto di massima risonanza grazie all'evento Nat Geo Music Live, un concerto gratuito in occasione dell'Earth Day che si terrà a Roma al Circo Massimo. Fra gli ospiti, Pino Daniele e i Morcheeba. Durante il concerto verrà allestito un villaggio dell'Ama, dove i partecipanti potranno imparare cosa vuol dire avere comportamenti "verdi". Per combattere le emissioni di anidride carbonica prodotte dal concerto sarà creata una nuova area verde di 10.000 metri quadrati nel Parco dell'Aguzzano, a Roma, e raccolti fondi per la tutela delle foreste in Madagascar
Sito Italiano della Giornata della Terra

mercoledì 21 aprile 2010

Aria di PrimaveraBio

Dal 16 Aprile al 16 Maggio si svolgerà in tutta Italia la Primaverabio 2010, la campagna nazionale dell'Aiab che porta le famiglie e i consumatori italiani dentro le aziende biologiche di tutta Italia e giunta già alla nona edizione.
Una festa della primavera in cui agricoltori e allevatori apriranno le porte delle loro aziende agli amanti del bio. Per facilitare la partecipazione alla PrimaveraBio, saranno messi a disposizione 25 pullman in partenza dalle principali città di tutte le regioni partecipanti. In questo modo per un giorno i consumatori potranno farsi "controllori" essi stessi della qualità di produzione della filiera bio, e dire "Del bio mi fido!". Il tema di quest’anno sarà infatti, la fiducia del consumatore verso il biologico.
Scegliere il biologico rappresenta per i consumatori un modo importante per contribuire alla difesa della biodiversità animale e vegetale. A questo proposito, nell'ambito della PrimaveraBio, sarà distribuita Gea, la Farfalla della biodiversità. In collaborazione con Eugea, Spin off dell'Università di Bologna, Aiab lancerà questo simpatico gadget il cui ricavato verrà devoluto per finanziare la ricerca in Agricoltura Biologica. Nelle ali di Gea - una farfalla in cartoncino ecologico - sono custoditi i semi del Giardino delle Farfalle Tascabile. Una volta coltivati sul davanzale di casa o sul terrazzo, daranno vita a splendidi fiori che con il loro nettare attirano e nutrono le farfalle, salvaguardando la biodiversità e l'equilibrio dell'ecosistema urbano.
Per informazioni telefonare allo 0645437485, oppure www.primaverabio.aiab.it.

lunedì 19 aprile 2010

AVVISO IMPORTANTE

Amici lettori,
qualche giorno fa abbiamo parlato dell'intenzione del nostro Parlamento di estendere la stagione di caccia. Questa intenzione si è manifestata con la modifica dell'art. 43 della legge Comunitaria ad opera della Commissione Agricoltura alla Camera. Martedì 20 aprile i deputati decideranno se approvare definitivamente questa modifica. Al fine di impedire che tale iniziativa vada in porto e legalizzare così la mattanza dei cieli, la Lipu insieme ad altre associazioni ha organizzato oggi e domani un presidio in piazza Montecitorio dalle ore 12.00 di oggi alle ore 13.00 di martedì al quale tutti sono invitati per dire no alla caccia selvaggia. Febbraio è un mese particolarmente importante per le specie migratrici. Senza dimenticare i rischi aggiuntivi per le persone che vivono in campagna e tutti gli amanti di escursioni e passeggiate.
Mi rendo conto che non ho dato molto preavviso, anzi direi senza nessun preavviso, ma chiunque si trovi a Roma porti il suo sostegno alla Lipu e a tutti coloro che in questo momento stanno dicendo no all'ennesima 'fucilata' a MadreNatura.
Grazie!

giovedì 15 aprile 2010

Gli incentivi sul risparmio e sull’efficienza energetica

Solo per ricordare che oggi sono partiti gli incentivi dedicati al risparmio e all’efficienza energetica.
Sono 19 i prodotti che godranno dei bonus previsti dal decreto legge sugli incentivi. La lista spazia dagli elettrodomestici, alle cucine, agli immobili ad alta efficienza energetica, alle moto, alla banda larga per gli under 30. L’incentivo scatterà a richiesta (al rivenditore) e per tutto il 2010, ma fino a esaurimento delle risorse (sul piatto ci sono 300 milioni, di cui 200 finanziati dal gettito della lotta all’evasione). L’operazione doveva partire inizialmente il 6 di Aprile, poi è stata spostata al 16 e infine anticipata a domani.
Per approfondimenti su tutti gli incentivi legati all’efficienza energetica cliccate qui

Il negazionismo ambientale dei senatori anti Kyoto

Pare proprio che in questi giorni il Parlamento si stia impegnando seriamente per dare una mano al nostro Pianeta, una mano a morire. Dopo l'estensione della stagione venatoria approvata dalla Commissione Agricoltura alla Camera dei deputati, al Senato è stata approvata la famosa mozione dei senatori anti Kyoto, presentata dal senatore D’Alì, che chiedeva al Governo di impegnarsi in favore della riorganizzazione dell’Intergovernmental panel on climate change (Ipcc) e della sostituzione dell’Accordo Europeo sul 20-20-20 con uno che contenesse impegni meno gravosi per l'Italia rispetto a quelli finora sostenuti dai Commissari europei all'ambiente succedutisi nel tempo. Ma il Governo non ci sta! Il Ministro dell'Ambiente Stefania Prestigiacomo punta i tacchi e in una nota fa sapere che "Per il governo parlano gli atti ufficiali e gli accordi sottoscritti  in tutte le sedi internazionali. Per il governo parla una politica coerente a sostegno delle fonti rinnovabili, dell'efficienza energetica, e i risultati ottenuti nella riduzione delle emissioni inquinanti". Il Ministro non li ha indicati ma se qualcuno fosse a conoscenza dei risultati ottenuti nella riduzione delle emissioni inquinanti  vorrebbe essere così gentile da segnalarmeli? Non mancherò di pubblicarli. Grazie!

La caccia diventerà lo sport nazionale?

 La maggioranza in commissione agricoltura alla Camera vota il provvedimento che consente alle Regioni di stabilire le date di inizio e fine della stagione, nonostante i paletti Ue

La commissione Agricoltura della Camera ha approvato a maggioranza, con 21 voti a favore e 17 contrari, il sub-emendamento all'articolo 43 sulla caccia della legge comunitaria, che consente alle Regioni di posticipare i termini del calendario venatorio dietro preventivo parere di validazione dell'Ispra.
Sento già le voci degli di alcuni di voi che mi rimbombano in testa dicendomi:  "Cosa ti aspettavi?"... "Speravi che abolissero la caccia? Perché se è cosi dovevi chiamare questo blog il pianeta delle meraviglie". E' vero! C'era da aspettarselo, e vi posso assicurare che non credevo diversamente, né mi ci vedo bene nelle vesti di Alice, confidavo piuttosto nella nullafacenza dei nostri politici o, per essere più buoni,  nella preferenza che avrebbero accordato ad altre questioni ben più importanti per il nostro Paese, ma evidentemente quando si tratta di commettere un errore la nostra dirigenza politica si mostra sempre pronta e sollecita. Vediamo piuttosto, in sintesi, cosa dice il provvedimento approvato dalla Commissione e che, ricordiamo, non è definitivo ma deve essere approvato dal Parlamento.
(clicca sull'articolo per continuare)

mercoledì 14 aprile 2010

Approfondimenti: Investire nel fotovoltaico

Sicuramente ti sarà capitato almeno una volta di guardare sul tetto di una casa e scorgerci dei pannelli solari, negli ultimi tempi se ne vedono sempre più spesso.
Io quando li vedo mi chiedo  sempre se sono per l'acqua calda o anche per l'elettricità, quanto li avrà pagati il proprietario e se ne sarà valsa la pena, ossia se si è trattato effettivamente di un investimento o solo di una spesa per ricchi. In questo e-book l'autore, soddisfa la curiosità che assale chi, come me, guarda su un tetto  dei pannelli fotovoltaici, ma soprattutto smentisce tutti i luoghi comuni su questa forma di approvvigionamento dell'energia che, con l'aumento del prezzo del petrolio da un lato e la pericolosità del nucleare dall'altro, rappresenta una delle poche strade concretamente percorribili per un uso sostenibile dell'energia elettrica.
Anche se non viene molto pubblicizzato, ma i pannelli fotovoltaici costituiscono l'unica possibilità di ridurre drasticamente, per non dire eliminare, la spesa per l'energia fino addirittura a guadagnarci, trasformando ogni casa in una mini centrale elettrica ad energia solare.
In questo e-book viene spiegato in che modo. Non si fa riferimento all'attività di progettazione, di costruzione o installazione di un impianto fotovoltaico, argomenti che richiederebbero competenze tecniche da parte del lettore, l'autore si preoccupa solo di fornire l'assistenza giusta per chi è intenzionato seriamente ad investire, indicando tutte le azioni da compiere per affrontare al meglio questa forma di investimento. Ciò che si richiede, quindi, è solo l’impegno e la determinazione nel volerlo realizzare. E perché questi non risultino vani è necessario acquisire le giuste strategie. Viene affrontato ogni aspetto, compreso quello fiscale e della gestione del Nuovo Conto Energia, ossia il meccanismo di incentivazione per la produzione di energia elettrica da impianti fotovoltaici, affinché l'acquisto dei pannelli fotovoltaici diventi effettivamente la soluzione al problema del 'caro bolletta'.
Clicca qui per ordinarlo ora o semplicemente saperne di più su questo e-book.

giovedì 8 aprile 2010

Solar Impulse HB SIA. L'aereo a propulsione solare

Amici lettori è di ieri la notizia che è stato compiuto il primo volo di un areo a propulsione solare.
Si tratta di Solar Impulse HB SIA, un aereo dotato di quattro motori ad elica (due vicino alla carlinga e uno a due terzi di ciascuna ala)  che vengono alimentati da 12mila celle fotovoltaiche che rivestono la superficie superiore delle sue lunghissime ali (oltre 80 metri). Inoltre la forma estremamente aerodinamica delle ali e il basso peso complessivo dovuto ad una struttura in fibra di carbonio fatta a nido d'ape, consentono all'aereo, ove per qualsiasi motivo non avesse più l'uso dei motori, di planare come un aliante per lunghe distanze.
Decollato alle 10.27 del 7 aprile 2010, in silenzio, dall'aerodromo di Payerne, nella Svizzera occidentale, il prototipo ...continua...

martedì 6 aprile 2010

Car pooling? Un altro sistema di trasporto per una mobilità sostenibile.

Il car pooling (condivisione di auto, concarreggio) è una modalità di trasporto che consiste nella condivisione programmata di automobili private tra un gruppo di persone, con il fine principale di ridurre i costi del trasporto.
La pratica del condividere l'auto è maggiormente diffusa nei paesi del nord Europa e negli Stati Uniti dove esistono associazioni specifiche, mentre trova tuttora bassissima applicazione in Italia. ...continua...

giovedì 1 aprile 2010

ENERGIA NUCLEARE IN ITALIA? CERCHIAMO DI VEDERCI CHIARO

In questi giorni è tornata alla ribalta, alla luce anche delle recenti elezioni regionali del 28-29 marzo 2010, la questione del ritorno all’energia nucleare in Italia dopo che con il referendum del novembre del 1987 l'81% dei votanti disse no alle centrali nucleari in Italia. In questo articolo si tenterà di dare una risposta alle domande più frequenti che vengono poste quando si parla di energia nucleare, al fine di fornire qualche chiarimento in più su un tema così importante e facilitare la formazione di un giudizio che prescinda dalle proprie opinioni politiche per rimanere negli indefiniti limiti della tematica ambientale. (clicca sul titolo per continuare)