sabato 7 agosto 2010

La dieta che non pesa

Ortaggi di stagione, coltivati localmente e non imballati. Anzi, riposti in una borsa portata da casa. Arriva la dieta anti-emissioni. Per non pesare sull’ambiente.

I prodotti stagionali sono consigliati dai nutrizionisti perché più ricchi di nutrienti e principi attivi benefici rispetto a quelli coltivati fuori stagione. Ma ciò che rende ai giorni nostri il cibo di stagione il più attuale da mettere in tavola è il suo minor impatto ambientale. Oltre a subire meno trattamenti con sostanze chimiche, la sua produzione comporta meno lavoro con mezzi meccanici e un minor dispendio di energia. Pensiamo al consumo energetico di una serra riscaldata per coltivare pomodori fuori stagione...

Il prodotto di stagione cresce facilmente vicino a noi e questo fa si che non debba far troppa strada per arrivare nei punti vendita (la provenienza è comunque indicata in etichetta). Quello che però è successo negli ultimi anni è che ci siamo ostinati a mangiare tutto-tutto l’anno. Prendiamo il caso delle fragole a dicembre: anche le serre più energivore non bastano a fornircele e ci è toccato importarle da paesi lontani, magari oltreoceano. Significa che l’ingrediente primaverile delle nostre torte invernali è stato coltivato all’estero, trasportato in aereo e poi caricato su un camion prima di arrivare al banco di vendita. Un costo ambientale altissimo, che non si giustifica e che non possiamo più permetterci.

Cibo locale. La cosiddetta “filiera corta”, quella che mette in contatto produttore e consumatore e permette di risparmiare denaro perché abbassa i costi dei prodotti, è anche quella che riduce trasporti e imballaggi, a tutto vantaggio dell’ambiente. I prodotti tipici dell’area geografica di appartenenza, il produttore più vicino a casa sono le scelte da preferire se vogliamo davvero contenere le emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera, responsabili dell’effetto serra. La frutta e la verdura che arrivano da lontano poi, sono solo apparentemente fresche: raccolte molto tempo prima di quando appaiono in negozi e supermercati, sono state conservate in frigoriferi speciali ad atmosfera modificata, trattate con gas antiparassitari, e hanno avuto tutto il tempo di perdere buona parte del loro contenuto in vitamine, nonché del sapore. In molti paesi dove si coltivano frutta e verdura esotiche vengono impiegati pesticidi e antiparassitari chimici.

I cibi semplici e freschi sono i più ecologici. Meglio leggere sempre con attenzione le etichette e scegliere gli alimenti meno complicati e con il minor contenuto di additivi. Teniamo presente che più un cibo è stato trattato, aromatizzato, colorato o irradiato, tanto più sarà povero in nutrienti e ricco di additivi potenzialmente dannosi. L’impiego di energia che occorre per la produzione dei cibi semplici è minore.

Infine quando compriamo i nostri alimenti, evitiamo il più possibile involucri e imballaggi plastici. E riponiamoli in una borsa riutilizzabile.

Paola Magni

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